Portare in processione un pene gigante
è una pratica antichissima e diffusa in tutto il mondo. Anche in Europa!
Da sempre simboleggia la sua funzione principale: la FERTILITA'.
« Ritiratevi, fate posto al dio! da un opera teatrale del poeta Semos di Delo In Italia dagli anni 70 in un piccolo paese del Friuli, a Monteprato di Nimis, si tiene la Festa dell'Uomo, un festeggiamento goliardico in cui una gigantesca statua di legno che rappresenta i genitali maschili viene portata in sfilata nel bosco. La tradizione afferma che se le donne riescono a toccare avranno fortuna e fertilità. La "sagra" è ora conosciuta a livello internazionale e attira turisti da tutta Europa, e non solo. Più in là, sulla nostra terra, tutti i viaggiatori nelle terre dell'India hanno visitato i templi dedicati al Lingam e chi è passato per la spiaggia di Railey in Thailandia, come me, ha trovato una grotta, simbolo femminile per eccellenza, che ospita centinaia di peni/lingam di tutti i materiali e i colori formando un piccolo meraviglioso tempio. E ancora... | Friuli, Italia, Monteprato di Nimis, |
Giappone, Kawasaki, "Kanamara Matsuri"
La Festa dell'Uomo non è così conosciuta quanto la festa corrispondente in Giappone, chiamata Kanamara Matsuri che si tiene a Kawasaki, città situata tra Yokohama e Tokyo ( a marzo una festa analoga si celebra anche a Nagoya, vicino a Osaka) il primo week end di aprile.
La festa tradizionale risale al periodo Edo (XVII secolo) e viene chiamata la Festa del Fallo d’Acciaio.
In origine era la festa delle prostitute che chiedevano di non essere contagiate da malattie infettive.
Ora è una processione che ha origine dal tempio Wakamiya Hachimangu: sfilano carri che trasportano statue giganti di falli per le strade ricolme di uomini, tra canti tipici accompagnati dai taiko, danze e le tradizionali percussioni.
Oggi il senso dell’antica festa è esteso: le coppie si affidano al tempio per ricevere il dono della fertilità, le donne, per cercare un compagno, e l’evento viene organizzato per sensibilizzare il popolo giapponese e raccogliere fondi per la lotta all'Aids.
La festa tradizionale risale al periodo Edo (XVII secolo) e viene chiamata la Festa del Fallo d’Acciaio.
In origine era la festa delle prostitute che chiedevano di non essere contagiate da malattie infettive.
Ora è una processione che ha origine dal tempio Wakamiya Hachimangu: sfilano carri che trasportano statue giganti di falli per le strade ricolme di uomini, tra canti tipici accompagnati dai taiko, danze e le tradizionali percussioni.
Oggi il senso dell’antica festa è esteso: le coppie si affidano al tempio per ricevere il dono della fertilità, le donne, per cercare un compagno, e l’evento viene organizzato per sensibilizzare il popolo giapponese e raccogliere fondi per la lotta all'Aids.
Ritornando in Europa rileviamo anche il festival de "Lo sporco lunedì" a Tyrnavos, in Grecia, in coincidenza con l'inizio della Quaresima il festeggiamento del carnevale più conosciuto e con la tradizione più antica e contestata. E' la versione moderna dei rituali per la fertilità, esperienza primitiva, pagana legata a Dioniso (il dio del vino e della pazzia rituale) e al tempo (culturale) degli dei dell'Olimpo. | Grecia: "Dirty Monday" at Tyrnavos |
Il fulcro del rituale consiste nella preparazione di una zuppa di spinaci chiamata Bourani, su un falò acceso nel bosco nella parte nord della città. Intorno al falò ogni gruppo di abitanti predispone un tavolo su cui mangiare insieme con fiaschi di vino e Ouzo tradizionalmente servito con acqua.
La zuppa viene servita a tutti gli iniziati che prima devono baciare un fallo, poi assumono la zuppa direttamente dal calderone con un mestolo di legno dalla forma particolare, subito seguita da un bicchiere di vino o di Ouzu. Alla fine di questo rituale agli iniziati è dipinta la faccia per sancire la loro partecipazione e il loro "essere passati oltre" nel rituale. Tutti gli uomini presenti hanno uno scettro a forma di fallo in legno, argilla o pane. Di fianco al falò svetta un trono a forma di fallo.
clicca qui per la ricetta della Bourani soup (in eng)
La zuppa viene servita a tutti gli iniziati che prima devono baciare un fallo, poi assumono la zuppa direttamente dal calderone con un mestolo di legno dalla forma particolare, subito seguita da un bicchiere di vino o di Ouzu. Alla fine di questo rituale agli iniziati è dipinta la faccia per sancire la loro partecipazione e il loro "essere passati oltre" nel rituale. Tutti gli uomini presenti hanno uno scettro a forma di fallo in legno, argilla o pane. Di fianco al falò svetta un trono a forma di fallo.
clicca qui per la ricetta della Bourani soup (in eng)
NELLA STORIA | le fallofòrie (dalla Treccani) Nel mondo classico, cerimonia in cui veniva portato in processione il simulacro fallico, simbolo di fecondità (generalmente, durante i riti orgiastici in onore di Dioniso)...e Priapo. | Le Falloforie erano rituali propiziatori del raccolto, diffuse nell'antica Grecia e, successivamente, in Italia e nei territori dominati dai Romani. Erano processioni con il fallo, simbolo della vita per eccellenza, che terminavano con lo spargimento nei campi di acqua, miele e succo d'uva, rappresentando l'eiaculazione del seme, origine della vita per propiziare i raccolti. Il termine fallo deriva dal latino phallus, dal greco φαλλός-phallós, da connettersi alla radice del sanscrito phalati (= germogliare, fruttificare) o alla radice della lingua protoindoeuropea bʰel-phal (= gonfiare, gonfiarsi) link La rappresentazione più antica è stata trovata in una grotta in Germania e risale a a 28 000 anni fa . Anche gli obelischi egiziani e i menhir sono simboli fallici. |
In un racconto del 275 a.C. si racconta di una festa dionisiaca svoltasi ad Alessandria d'Egitto, durante la quale un fallo d'oro lungo 60 metri con in cima una stella d'oro viene portato in processione per tutta la città, davanti a migliaia di persone che cantavano inni in suo onore.
Nell'arte romana, il fallo è raffigurato in affreschi e mosaici, posti all'ingresso di ville ed abitazioni patrizie e come monile da portare al collo o al braccio. Il pene eretto era considerato un amuleto contro invidia e malocchio.
Nell'arte romana, il fallo è raffigurato in affreschi e mosaici, posti all'ingresso di ville ed abitazioni patrizie e come monile da portare al collo o al braccio. Il pene eretto era considerato un amuleto contro invidia e malocchio.
A Pompei hanno portato alla luce i tintinnabulum, un sonaglio azionato dal vento composto da più campanelle legate ad una struttura dalla forma fallica che venivano usati per scongiurare il male. Non che Wikipedia sia una fonte in assoluto attendibile o esaustiva ma qui ci sono ulteriori spunti interessanti in questo giro per il mondo della fertilità e delle sue celebrazioni. link Ad altri piacerà confrontare anche con la Treccani. link |